martedì 20 marzo 2018

SAMSUNG S9


La piattaforma hardware di Samsung Galaxy S9 è basata su SoC Exynos 9810 con quattro processori Exynos Mongoose 3 (M3) a 2.8 GHz a elevate prestazioni, e quattro Cortex A55 a 1.7 GHz a basso consumo. Non cambia il processo produttivo che resta a 10nm ma aumentano le frequenze dei core più potenti, come al solito si alternano i due Quad Core in base alla tipologia di task in esecuzione, per riuscire ad avere un buon compromesso tra prestazioni e consumi.

La RAM sul modello standard resta da 4 GB di tipo LPDDR4, abbastanza strano se consideriamo l’andamento del mercato, ci saremmo aspettati almeno 6GB. La GPU è una Mali G72 MP18, mentre la memoria interna è da 64 GB di tipo UFS 2.1 espandibile con MicroSD fino a 400 GB.
Samsung Galaxy S9 è veloce e affidabile in ogni contesto, con una buona reattività nell’utilizzo social o produttivo e senza alcun tipo di problema nell’ambito gaming, anzi sotto questo aspetto la piacevolezza nel giocare a Real Racing 3 con questo comparto multimediale, di cui parleremo, è ai massimi livelli.

Non raggiungiamo, però, la reattività di smartphone con software stock o simili, non è un problema insormontabile o che crea particolari fastidi nell’utilizzo quotidiano, ma è inevitabile sottolineare aspetti del genere se si parla di top di gamma. Sotto questo aspetto potremmo dire che Galaxy S9 non è lo smartphone più veloce e reattivo sul mercato, ma è possibile inserirlo nell’olimpo dei migliori sotto l’aspetto prestazionale.
Uno dei punti più criticati di Samsung Galaxy S8 è stato di sicuro il metodo di sblocco, in realtà non è corretto parlarne al singolare visto che sul top di gamma dello scorso anno erano presenti tre metodi differenti, nessuno dei quali era fruibile in modo semplice e immediato in tutte le situazioni.
Con Samsung Galaxy S9 fortunatamente l’azienda è corsa ai ripari, il sensore delle impronte sul retro completamente in vetro trova posto subito sotto la fotocamera, in una posizione di sicuro più naturale rispetto a quella dello scorso anno. Non è solo questo a fare la differenza, bensì anche il solco sulla scocca che permette di trovare subito al tatto il sensore e a non confonderlo con la fotocamera, senza giri di parole un netto miglioramento rispetto a quanto accadeva un anno fa.

Uno dei punti più interessanti da analizzare nella recensione di Samsung Galaxy S9 è il nuovo sblocco con il volto chiamato “intelligent scan”. Quest’anno l’azienda ha cercato di unire il riconoscimento del viso in due dimensioni allo sblocco con l’iride, il funzionamento in realtà è particolare: in prima fase viene sempre eseguita una scansione del volto in due dimensioni, qualora non dovesse andare a buon fine a causa di una luminosità ambientale troppo bassa entra in atto il riconoscimento dell’iride.

In questo modo sarà possibile accedere direttamente al dispositivo anche sotto luce diretta del sole o in condizioni difficili, tuttavia la sicurezza resta quella dello sblocco in due dimensioni vista la dinamica del funzionamento.
L’intelligent scan funziona correttamente, nonostante la velocità non sia delle migliori lo sblocco avviene quasi sempre in modo semplice e senza dover centrare per forza lo smartphone con gli occhi. Da sottolineare che è possibile usare contemporaneamente lo sblocco attraverso l’impronta e quello con iride e volto.
Per quanto riguarda la connettività troviamo Bluetooth 5.0, USB Type C 3.1, Wifi dual band 802.11 a/b/g/n/ac e LTE Cat. 18 che supporta una velocità di download fino a 1,2Gbps, insomma attualmente al top del mercato nella scheda tecnica.

Importante sottolineare che Samsung Galaxy S9 nella sua versione “no brand” è Dual SIM: in questo caso, ovviamente, avrete la possibilità di utilizzare due schede nello stesso momento facendo a meno della MicroSD per espandere la memoria, visto che lo slot è condiviso tra espansione di memoria e seconda SIM.

Sul campo Galaxy S9 ricezione è sicuramente tra i migliori per quanto riguarda la ricesione anche nelle zone più difficili, nessun problema la qualità dell’audio in chiamata e il vivavoce migliorato grazie ai nuovi speaker di cui parleremo in seguito.
Un altro aspetto importante da tenere in considerazione nella recensione di Samsung Galaxy S9 è il design, si è discusso non poco a riguardo ma abbiamo dato un’interpretazione alla scelta dell’azienda: Galaxy S8 esteticamente non aveva bisogno di particolari stravolgimenti perché era già un dispositivo all’avanguardia dodici mesi fa, la differenza sta nel fatto che l’anno scorso rappresentava un netto distacco rispetto ai competitors grazie all’infinity display, quest’anno potrebbe ritrovarsi ad essere “uno dei tanti”.
L’estetica resta iconica grazie alla doppia curvatura dello schermo e al bordo leggermente pronunciato superiormente e inferiormente. Probabilmente a molti utenti non piacerà il fatto che non ci sia stato uno stravolgimento estetico, ma con un ciclo di due anni la scelta è comprensibile e Samsung Galaxy S9 resta uno degli smartphone più belli in commercio.

Nonostante ciò ci sono stati alcuni piccoli cambiamenti: la scocca è di un metallo più resistente rispetto alla scorsa generazione e il bordo è di alluminio satinato invece che lucido, fattore positivo visto la facilità con cui si graffiava S8 proprio in quelle zone.

Non è visibile immediatamente a un primo utilizzo, ma è stato fatto un piccolo accorgimento per il grip: uno scalino presente tra display e scocca, per testare questo nuovo particolare abbiamo usato sempre il dispositivo senza una cover, indubbiamente è ancora un rischio visto che potrà scivolarvi facilmente ma l’impugnatura è leggermente più salda rispetto allo scorso modello.
Le dimensioni non sono le stesse di Galaxy S8, motivo per cui non potrete usare le sue cover, lo smartphone è 1 mm più basso e 0,5 mm più largo e più spesso, niente che si noti in maniera importante mentre lo utilizzate. Resta la certificazione IP68 contro acqua e polvere, diventata ormai uno standard sui top di gamma e di sicuro molto apprezzata.

Samsung Galaxy S9 nella classica colorazione nera è bello ma un po’ banale, più accattivanti, forse, i colori blu e viola ma capiamo che la questione abbia una forte vena di soggettività.
Il pannello frontale di Samsung Galaxy S9 è un 5.8 pollici Super Amoled Quad HD+, non c’è uno stravolgimento rispetto allo scorso anno, resta il miglior display montato su uno smartphone per riproduzione dei colori, contrasti e luminosità.

La sensazione, utilizzandolo e comparandolo con quello di Galaxy S8, è che abbia toni leggermente più caldi, tuttavia potrebbe trattarsi di piccole variazioni fisiologiche tra un’unità e un’altra. Resta fortunatamente la possibilità di calibrare lo schermo e, soprattutto, di selezionare la risoluzione scegliendo quella in FullHD+, senza avere una perdita in termini di qualità ma un guadagno per quanto riguarda l’autonomia.
Impossibile non dedicare un intero paragrafo della recensione di Samsung Galaxy S9 all’audio, finalmente sul nuovo top di gamma dell’azienda sudcoreana possiamo contare su un audio stereo grazie a un doppio speaker: il primo è posizionato, come sempre, sul bordo inferiore, il secondo al di sotto della capsula auricolare, con una divisione tra bassi e alti.

La resa è davvero magnifica, al top grazie alla tecnologia Dolby Atmos e al senso di immersione durante la visione di un film o il semplice ascolto di musica su Spotify. Il volume è simile a quello di Galaxy S8, già su grandi livelli, ma migliora nettamente la qualità e la piacevolezza di utilizzo grazie all’immersione totale in ciò che stiamo ascoltando, sotto l’aspetto della resa audio uno dei migliori attualmente sul mercato.
La recensione di Samsung Galaxy S9 non può non passare dalla fotocamera, una piccola rivoluzione in campo smartphone: la vera novità introdotta è nella doppia apertura f/1.5 e f/2.4, gestibile in automatico grazie al software.

Il sensore sul modello standard resta singolo da 12 MP, purtroppo niente doppia fotocamera come sul Samsung Galaxy S9 Plus, mentre è possibile utilizzare il diaframma, come detto, in due posizioni differenti: questo vuol dire che le aperture intermedie non sono disponibili, mentre è possibile scegliere tra le due di base nella modalità pro con conseguente ricalibrazione degli altri parametri per ottenere un’esposizione simile, altrimenti tutto verrà gestito automaticamente.
Da un punto di vista pratico un’apertura f/1.5 permette di avere uno sfocato migliore e catturare più luce senza dover aumentare eccessivamente parametri di ISO e tempi di scatto, non a caso in automatico quest’apertura viene utilizzata quando la luce inizia a calare. Con f/2.4 la luce catturata è inferiore, così come il bokeh, ma aumenta la definizione nei contorni di una macro o dei singoli dettagli. Di seguito potete vedere alcuni esempi per farvi un’idea.
La versatilità aumenta, tenendo conto di questo parametro la differenza con Galaxy S8 non è così importante, di sera scattano entrambi ottime foto e con Samsung Galaxy S9 in determinati contesti si riescono a tenere ISO e tempi di scatto più bassi,  con foto conseguentemente meno rumorose e meno mosse, tutto ciò è visibile solo a un occhio attento e analizzando gli scatti al PC.

Detto ciò, al momento siamo di fronte alla fotocamera migliore sul mercato, si è cercato di alzare l’asticella avendo un leggero guadagno in termini di versatilità e qualità, ma si partiva già da una base ottima come quella di S8.

Con questa tecnologia ripresa dalle reflex, però, si possono aprire interessanti scenari soprattutto in ottica futura: riuscire a scendere ancor di più con l’apertura e avere in ogni caso un’alternativa versatile in termini di definizione e bokeh è una piccola rivoluzione in campo smartphone, al momento, però, il guadagno non è così netto e tale da costringervi all’upgrade.
Il software è uno dei punti di forza della recensione di Samsung Galaxy S9. Lo smartphone è dotato della nuova Samsung Experience 9.0 basata su Android 8.0 Oreo, troviamo tutte le novità presenti nella nuova versione del sistema operativo di Google come il Picture in Picture o la nuova gestione delle notifiche.

domenica 7 gennaio 2018

I PHONE X


Bellissimo il touch and feel dell'acciaio. Meglio dell'alluminio. Più liscio, più lucido. Ma l'altro lato della medaglia è il peso. Al primo impatto pare più pesante dei suoi 174 grammi. E' ai limiti dell'usabilità con una mano ma non è particolarmente scivoloso. Personalmente lo trovo molto bello. Davanti. Dietro la fotocamera stona parecchio, sopratutto in colorazione bianca.

Non c'è il led di notifica. E purtroppo, nonostante l'oled, non c'è nemmeno una porzione di schermo sempre attivo con le notifiche. Nelle "corna" (come amo chiamarle io) ci sarebbe stato alla grande. Altoparlante stereo potente! Uno sotto e l'altro nella capsula.

Ma quello che mi ha stupito è il faceID. Preciso, puntuale, affidabilissimo. In ogni situazione d'uso. Oserei dire più comodo di touchID. E Apple si riconferma la regina dell'ottimizzazione. Lo sblocco con il volto non è nuovo, ma non ha mai funzionato così bene su nessun altro terminale da me provato. Notte, giorno, sole, lampade, buio. Funziona sempre. E se lasciato su una scrivania funziona con un buon angolo di posizionamento della faccia rispetto la perpendicolare. Diciamo un buon 20°


Bello. Molto bello. E il più luminoso misurato sino ad ora. Oltre 1000 lux in orizzontale, di picco si sfondano i 1300. True tone che a me piace, rende i colori più caldi e contestualizzati e colori molto fedeli. Ok, il bianco vira leggermente agli azzurri rispetto la perpendicolare ma niente a che vedere con il Pixel 2 XL. Ottimo anche il sensore di luminosità.

iOs 11 ha bisogno di affinamenti su questo dieci. Se su iPhone 8 e 8 plus gira bene, fluido e scheggia, su X ha un po' di lag, micro rallentamenti, scalettamenti. E le applicazioni non si comportano in modo omogeneo. Ok, vanno aggiornate, ma alcune vanno in 16:9, altre si sovrappongono nelle "corna", altre ancora fanno diventare trasparenti le parti alte e basse. Insomma.....c'è da lavorarci su. Da parte di Apple e da parte degli sviluppatori. Che però hanno dalla loro il porting praticamente automatico di touchID in faceID.

Confezione classica, poco da dire: caricabatterie lento, troppo lento, cavo Lightning, cuffia EarPods ed adattatore per utilizzare classiche cuffie con il jack audio da 3.5mm. Si, ovviamente non c'è il jack audio ma tutti lo usano ancora. Immancabili anche gli adesivi del logo Apple, lo spillo per estrarre il cassettino della nano SIM e qualche foglietto con le istruzioni rapide.

Due le colorazioni disponibili: Argento e Grigio Siderale. Il primo ha la parte posteriore bianca e profilo cromato, il secondo ha il retro grigio scuro ed il profilo in tinta. Entrambi hanno la parte anteriore nera. Il Grigio Siderale è forse quello che mi è piaciuto di più.

Le dimensioni sono una via di mezzo tra un iPhone 8 ed un iPhone 8 Plus: 143.6 x 80.9 x 7.7 mm. Il peso è di 174 grammi che si fanno un po' sentire anche se, generalmente, iPhone X ha un'ottima ergonomia. Si usa bene anche con una sola mano e la parte posteriore in vetro, trattiene un po' le impronte, ma offre una maggiore aderenza.


Sul lato sinistro ci sono i tasti per la regolazione del volume e lo switch per escludere rapidamente la suoneria. Il tasto di accensione, posto sul lato destro, è più grande ed ha qualche funzione in più. Con una pressione singola possiamo richiamare Siri; con una doppia pressione si accede ad Apple Pay. Usando il tasto di accensione In combinazione con i tasti per la regolazione del volume si possono effettuare screenshot, forzare il riavvio o accedere alla schermata di spegnimento.

Una delle principali novità di questo iPhone X è il display. Anche per Apple è arrivato il momento di abbandonare il classico rapporto 16:9 in favore di un rapporto di forma più "allungato", così come dettato da Samsung ed LG nei mesi scorsi con i loro Galaxy S8 ed LG G6. Su iPhone X non abbiamo un "aspect ratio" in 18:9 ma un rapporto di forma più allungato, 19.49:9 per l'esattezza.

Apple chiama questo display "Super Retina HD", un OLED da 5.8 pollici di diagonale con una risoluzione di 2436x1125 pixel, l'immancabile 3D Touch, una densità di 458ppi e supporto sia all'HDR ed al Dolby Vision che alla gamma cromatica P3.

Questo display ha un'ottima visibilità alla luce del sole ed una luminosità massima di circa 635nits. I colori li ho trovati ben tarati, non particolarmente saturi, così come il contrasto, ovviamente, elevatissimo grazie al nero assoluto del pannello OLED. Il "contrast ratio" è di 1.000.000:1.

Gli angoli di visioni sono sono estremi ma, come tutti gli OLED, c'è uno leggero calo di luminosità ed una sensibile tendenza all'azzurro in vista laterale. Di default il punto di bianco è settato su una tonalità più fredda e la funzione True Tone, che regola automaticamente il punto di bianco a seconda dell'illuminazione ambientale, tende a renderlo un po' troppo caldo per i miei gusti. Ovviamente, ognuno può regolarselo come meglio preferisce e ci sono anche tante impostazioni nel menù dedicato alla funzioni di accessibilità.

Il display di iPhone X ha anche una maggiore reattività al tocco delle dita. Il suo Touch Sample Rate, infatti, è di 120Hz, il doppio rispetto agli altri iPhone. Solo con il tempo, invece, potremo vedere se questo pannello soffre di "burn in", di quella "bruciature" dovute alle immagini statiche. Apple ha assicurato di aver lavorato molto per attenuare questo problema che generalmente affligge i display OLED.

Ma non si può concludere il capitolo "display" senza parlare della "notch", la "rientranza" nera ci si vede sulla parte superiore. Un compromesso, chiamiamolo così, per avere un display più ampio e, al tempo stesso, integrare la fotocamera anteriore ed i tanti sensori utili al riconoscimento del volto.

A molti ha fatto storcere il naso, ad altri piace. A me non piace moltissimo ma dopo diversi giorni d'uso posso dire che non da affatto fastidio, è decisamente meno invadente di quanto si possa pensare senza averlo provato. Anche quando guardiamo un video a tutto schermo la nostra attenzione è focalizzata al centro del display, dopo un po' nemmeno ci faremo più caso.

Ma questa "notch", come detto, era necessaria per la seconda novità di cui parliamo: il Face ID. In questa porzione di display, oltre ai sensori di luminosità, prossimità, alla capsula auricolare, ad un secondo microfono ed alla fotocamera frontale da 7 megapixel, ci sono anche un dot projector, una fotocamera ad infrarossi ed un illuminatore flood. Tutti questi elementi rappresentano la "TrueDepth camera" e sono utili anche alla mappatura ed al riconoscimento del volto.

Il Face ID sostituisce il Touch ID. Tutte le applicazioni che fanno uso del riconoscimento delle impronte sono già compatibili con il nuovo sistema di autenticazione. Con il Face ID possiamo sbloccare il device, pagare con Apple Pay, immettere password o accedere ad applicazioni di terze parti tramite il riconoscimento tridimensionale del volto.

Per la mappatura del volto, il dot projector proietta sul nostro volto oltre 30.000 punti infrarossi, invisibili ad occhio nudo. Tutti i dati raccolti restano unicamente sul device e vengono utilizzati anche per rilevare i cambiamenti fisici dell’aspetto che si verificano nel tempo. Il Face ID sblocca iPhone X solo quando lo guardiamo, quando rileva la nostra attenzione, anche se, ma lo sconsiglio, si può disabilitare questa funzione nelle impostazioni.
Molto comoda anche la possibilità di vedere il contenuto di una notifica nella lock screen solo quando il telefono è sbloccato. Quando è bloccato, infatti, sulla schermata di blocco visualizzeremo solo l'applicazione che l'ha inviata.

Per essere alla sua "prima generazione", il Face ID funziona già bene. Innanzitutto è davvero molto facile e rapido da impostare. Basta ruotare il volto per due volte nell'apposita interfaccia ed impostare anche un classico codice numerico o alfanumerico.

Il riconoscimento del volto l'ho trovato sempre molto rapido ed accurato, anche al buio. E' comunque necessario che siano sempre visibili gli occhi ed il naso. Se copriamo il naso e la bocca con una sciarpa, ad esempio, non basterà il solo riconoscimento degli occhi per lo sblocco. Non ci saranno problemi, invece, se copriamo solo la bocca. Potremo, quindi, indossare diversi cappelli cambiare occhiali e farci crescere capelli, barba o baffi. Il sistema di apprendimento automatico si adatta a questo tipo di cambiamenti fisici. Qualche problema, invece, può esserci con alcuni occhiali da sole che bloccano un determinato spetto infrarossi.

Secondo quanto affermato da Apple, la probabilità che una persona a caso possa guardare il nostro iPhone X e sbloccarlo con il Face ID è approssimativamente di 1 su 1.000.000, decisamente inferiore al Touch ID. Le probabilità aumentano per i gemelli, per fratelli che si assomigliano molto ed anche per i bambini al di sotto dei 13 anni che hanno caratteristiche facciali che potrebbero non essere completamente sviluppate. In questi casi è più opportuno utilizzare il codice di sblocco.